Al termine di una settimana che ha visto diverse tra le principali banche centrali- Fed in testa - comunicare le proprie decisioni di politica monetaria, l'istituto giapponese, come da attese, ha mantenuto i tassi a breve termine invariati allo 0,5%.
Due membri del consiglio hanno proposto, senza successo, un rialzo allo 0,75% mentre la banca centrale ha annunciato anche che inizierà a vendere le sue partecipazioni in asset rischiosi, suggerendo che eliminerà il suo massiccio stimolo monetario prima di quanto previsto.
In dati diffusi stanotte, intanto, l'indice nipponico dei prezzi al consumo core è aumentato del 2,7% nell'anno fino ad agosto, rimanendo al di sopra dell'obiettivo BoJ del 2%, ma segnando il ritmo più lento in nove mesi.
Ieri, lo spread Italia/Francia è sceso per la prima volta sotto lo zero, ulteriore segnale che la paralisi politica a Parigi sta alimentando i timori sulla sua capacità di riprendere il controllo delle finanze pubbliche.
Contestualmente, i costi di indebitamento dell'area euro sono aumentati, dopo aver mostrato una reazione contenuta alla decisione della Federal Reserve di lasciare sostanzialmente invariate le sue prospettive sui tassi di interesse.
I principali broker hanno ribadito la propria posizione secondo cui la Fed taglierà di 25 punti base in ciascuna delle due prossime riunioni di quest'anno, dopo la riduzione ampiamente prevista comunicata mercoledì.
Ci sono tutte le premesse, secondo gli analisti, perché l'Italia ottenga questa sera un upgrade del rating da parte di Fitch, una mossa che rifletterebbe la stabilità politica ed il miglioramento delle prospettive dei conti pubblici italiani.
Un anno fa Fitch ha migliorato l'outlook di Roma a 'positivo', e gli economisti si aspettano che ora alzi il rating - attualmente 'BBB' - anche alla luce degli upgrade giunti la scorsa settimana per Spagna e Portogallo, e del declassamento della Francia al centro di turbolenze politiche.
