CAFFE’ ESPRESSO

11 settembre 2025 - Oggi Bce e cpi Usa.

Ampiamente scontato che Francoforte opti per una conferma del costo del denaro, mantenendo il riferimento sui depositi a 2% in linea alla decisione presa anche a fine luglio. Interessante sarà nel frattempo l'aggiornamento delle stime dello staff su crescita e inflazione. Le previsioni di giugno, cui risale l'ultimo taglio dei tassi Bce, disegnavano per il triennio 2025/2027 una dinamica di 2%, 1,6% e 2% per l'inflazione, 0,9%, 1,1% e 1,3% per la crescita.

I membri 'hawkish' del Consiglio, contrari a un ulteriore ammorbidimento monetario, affermano che l'economia della zona euro si è dimostrata inaspettatamente resiliente alle tensioni commerciali e che la crescita è ben sostenuta dai consumi privati. Le colombe ritengono invece che i dazi non hanno ancora fatto sentire il loro pieno impatto e potrebbero frenare un Pil già basso, fiaccando i consumi.

 

 

Ieri i rendimenti euro sono scivolati sull'inaspettato calo del Ppi Usa ad agosto, che ha rafforzato le attese sull'allentamento Fed.

 

Si vedrà nel primo pomeriggio se i più monitorati numeri sul Cpi confermeranno il raffreddamento segnalato dai prezzi alla produzione. Stando al consensus, il tendenziale core dovrebbe rimanere stabile al 3,1%, mentre l'indice generale è visto in leggera accelerazione a 2,9% da 2,7%.

 

I mercati monetari scontano al 93% un taglio dei tassi di 25 punti base al Fomc in calendario la prossima settimana, mentre prezzano al 7% un più robusto -50 pb. Per il 2025 scommettono su tre riduzioni da un quarto di punto percentuale - rispetto a sole due di poche settimane fa - seguite da ulteriori tre mosse della stessa entità nel 2026.

 

Fitch si pronuncerà sul rating francese venerdì mentre la prossima revisione da parte di S&P è prevista per il 28 novembre. L'agenzia ha da tempo avvertito di un potenziale declassamento - che potrebbe indurre un nuovo ciclo di vendite obbligazionarie - se il governo non riuscirà a ridurre il suo persistente ampio deficit di bilancio, previsto al 5,6% quest'anno, e il debito.

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