Washington e Bruxelles hanno concluso un accordo che prevede dazi del 15% sulla maggior parte delle merci Ue importate, e include investimenti negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari, compresi più acquisti in energia e difesa. I dazi su acciaio e alluminio saranno al 50%, ma potrebbero venire ridotti in un secondo tempo.
Archiviato il meeting della Bce, che si è dimostrata più “restrittiva” del previsto, in settimana il focus sarà sulle riunioni di politica monetaria di Federal Reserve e Banca del Giappone: entrambe dovrebbero lasciare invariati i tassi, per cui il mercato si concentrerà sui commenti correlati alla ricerca di indicazioni sulle mosse successive.
Il Fomc prende il via domani, con la decisione sui tassi attesa mercoledì. L'attenzione sarà sui commenti di Jerome Powell, che la scorsa settimana ha ricevuto l'irrituale visita di Trump, dopo le speculazioni su un suo possibile licenziamento. Il presidente Usa ha detto di aver avuto un incontro positivo con il banchiere centrale e di aver avuto l'impressione che potrebbe essere pronto a tagliare i tassi.
Sarà poi la volta della BoJ, che annuncerà la sua decisione giovedì. La crisi scaturita dalla sconfitta elettorale della coalizione guidata dal premier Shigeru Ishiba potrebbe complicare le cose per la banca centrale. Da un lato il Giappone potrebbe andare incontro alle richieste dell'opposizione predisponendo un pacchetto di spese che potrebbe mantenere l'inflazione alta, e la stessa incertezza politica rischia di indebolire lo yen e far lievitare i costi delle importazioni; dall'altro una paralisi politica potenzialmente prolungata e la guerra commerciale globale offrono motivi convincenti per rallentare i rialzi dei tassi. L'istituto terrà di certo conto dei dati di venerdì, che mostrano come i prezzi al consumo “core” a Tokyo, pur in rallentamento, si siano mantenuti ben al di sopra dell'obiettivo del 2% questo mese.
Se quella odierna è una giornata priva di dati, tanti saranno invece i driver nella zona euro in settimana: dai Pmi e dai numeri sull'inflazione di luglio alla stima del Pil relativa al secondo trimestre.
Negli Usa, da domani il focus sarà principalmente sui numeri relativi all'occupazione, sull'indice dell'inflazione Pce core e sulla lettura advance del Pil di aprile-giugno.
I prezzi del petrolio salgono sulla scia dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea e sulla notizia della possibile estensione della tregua Usa-Cina sui dazi.