L'alto livello delle aliquote minacciato da Trump sta complicando il processo decisionale della Banca centrale, ma è difficile che faccia fallire i piani per una pausa nell'allentamento monetario al board in calendario la prossima settimana. E' probabile piuttosto, aggiungono, che qualsiasi discussione su un ulteriore taglio dei tassi venga rimandata alla riunione di settembre.
Il destino di Powell alla Fed, intanto, sembra essere sempre più al centro dell'attenzione degli investitori.
Trump è tornato ieri a chiedere le dimissioni del banchiere e tassi sotto all'1%, mentre la sua amministrazione sta spulciando i conti dei lavori di ristrutturazione del quartier generale della banca centrale a Washington, alla ricerca di irregolarità sui costi esecuzione.
Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha detto che la Fed "ha pesanti responsabilità" per lo sforamento di 700 milioni di dollari nelle spese e che questa potrebbe essere, in assenza di risposte concrete dalla banca centrale, una giusta causa per il licenziamento di Powell.
I timori su una potenziale uscita anticipata del governatore - il cui mandato termina a maggio prossimo - ha spinto ieri ai massimi da 5 settimane i rendimenti del T-bond a 30 anni. Se gli investitori percepissero che l'indipendenza della Fed è effettivamente a rischio, potrebbe innescarsi un sell-off sui Treasury in particolare sulla parte lunga della curva.
I mercati escludono quasi completamente un taglio dei tassi a luglio, mentre scontano questa eventualità al 60% a settembre, per un ammontare di allentamento complessivo di 50 pb entro fine anno.
A mettere sotto pressione i rendimenti, anche più a breve, potrebbe essere anche una ripresa più robusta del previsto dell'inflazione, indotta dalle politiche commerciali trumpiane.
Gli occhi sono all'aggiornamento sul Cpi Usa di giugno, che sarà pubblicato nel primo pomeriggio. Il consensus indica un'accelerazione al 2,7% su anno, con un aumento - al 3% dal 2,8% - anche per quanto riguarda la componente 'core', con i rivenditori che iniziano a trasferire il costo delle tariffe doganali sui prezzi.
Domani, i numeri per lo stesso mese su Ppi e prezzi all'import forniranno dettagli freschi su come si stanno evolvendo le pressioni sulla supply chain.
In mattinata l'indice Zew che misura la fiducia degli investitori tedeschi, che questo mese dovrebbe aver registrato un miglioramento rispetto a giugno.
A seguire il dato sulla produzione industriale di maggio a livello di blocco, con le attese che sono per un rimbalzo dello 0,9% congiunturale dopo il tonfo del 2,4% ad aprile.