CAFFE’ ESPRESSO

5 aprile 2024 - In attesa dei payroll...

 

Il principale spunto della seduta è destinato a giungere dai dati di marzo sul mercato del lavoro Usa tra i quali spiccano i numeri sugli occupati non agricoli.

La solidità del mercato del lavoro vista finora negli Usa ha sostenuto l'economia del Paese e potrebbe contribuire, assieme a un'inflazione ancora elevata, a spingere la Fed a posticipare il primo taglio dei tassi.

Il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, sottolineava ieri la persistenza dell'inflazione tra beni e servizi, aggiungendo di ritenere che gli aumenti dei prezzi debbano essere più diffusi prima di poter allentare i tassi. Per il collega - e noto falco - Neel Kashkari un taglio già quest'anno potrebbe anche non essere richiesto se le pressioni inflative non si sgonfieranno.

Gli investitori vedono attualmente una possibilità di circa il 60% di una prima riduzione del costo del denaro in giugno rispetto al 74% scontato un mese fa. I numeri odierni potrebbero imprimere un cambiamento a questa prospettiva, mentre nuove indicazioni potrebbero giungere dagli interventi in calendario oggi da parte di numerosi altri banchieri centrali statunitensi.

 

Non favorisce il percorso di disinflazione e di conseguente ammorbidimento monetario l'aumento dei prezzi del petrolio, con le quotazioni ai massimi da ottobre e il Brent sopra alla soglia psicologica dei 90 dollari a barile, sostenuto dall'acuirsi delle tensioni geopolitiche e dai potenziali rischi per l'approvvigionamento.

 

 

Ieri la carta italiana è stata la più brillante nel comparto europeo galvanizzata, più che dalle minute dell'ultimo meeting Bce - che pure hanno consolidato le aspettative di un taglio a giugno - dalla robustezza superiore alle attese delle statistiche Usa sulle richieste settimanali di sussidi.

 

I dati pubblicati questa mattina, gli ordini all'industria tedeschi hanno registrato a febbraio un aumento congiunturale dello 0,2% contro attese a +0,8% e dopo il crollo dell'11,3% segnato il mese prima. In mattinata dalla Francia l'aggiornamento sulla produzione industriale sempre di febbraio che dovrebbe indicare un incremento di 0,5% su mese da confrontare con il -0,6% precedente.

 

 

Il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato che la banca centrale potrebbe "rispondere con la politica monetaria" se il calo dello yen dovesse impattare in modo significativo sull'inflazione e i salari del Paese, aprendo la strada ad un possibile ulteriore rialzo dei tassi nei prossimi mesi.

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