Per la seconda volta consecutiva la Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi d’interesse al 5,25%-5,50%, come da attese di mercato. La decisione, comunicata ieri sera al termine del Federal Open Market Committee, è stata presa all`unanimità.
La banca centrale ha indicato, tuttavia, che potrebbe aumentare ancora i tassi, riconoscendo la sorprendente forza dell'economia statunitense. Ma ha anche aggiunto un riferimento all'inasprimento delle condizioni finanziarie come uno dei fattori che "potrebbero pesare sull'attività economica", con effetti ancora incerti.
Powell ha sottolineato che i costi di finanziamento del mercato dovrebbero rimanere elevati in modo duraturo per poter influenzare le future scelte di politica monetaria.
Gli investitori sembrano aver interpretato il messaggio Fed in senso dovish nel suo complesso - o comunque meno hawkish del previsto - passando a scontare al 22% dal 29% le probabilità di un nuova stretta a dicembre e al 28% dal 39% entro gennaio. Le possibilità di un taglio entro giugno sono salite al 70%, mentre i futures implicano un allentamento di 85 pb nel 2024.
I rendimenti del Treasury sono scesi ieri ai minimi dai due settimane, mentre gli indici di Wall Street hanno chiuso in rialzo.
Alle 13 la Banca d'Inghilterra renderà noto il suo verdetto sui tassi.
Confermerà il costo del denaro sull'attuale 5,25%. La mediana degli analisti ipotizza poi il primo taglio dei tassi - da un quarto di punto al 5% - nel terzo trimestre dell'anno prossimo.
In questo quadro, confronti per l'apertura sono il 4,66% per il tasso del decennale novembre 2033 e i 189 centesimi per il differenziale di rendimento Italia/Germania sullo stesso segmento.
La discesa dei tassi di mercato nella seduta di ieri - che ha portato il rendimento decennale al minimo da tre settimane e quello a due anni al minimo da metà settembre - è da mettere in relazione al calo dei rendimenti Usa innescato dall'annuncio che il Tesoro statunitense aumenterà la size delle aste a lungo termine meno del previsto nel trimestre novembre-gennaio.
A favorire l`obbligazionario, anche la forte flessione del settore manifatturiero degli Stati uniti a ottobre oltre a numeri Adp sui nuovi occupati nel settore privato inferiori alle attese nello stesso mese, in vista dei dati governativi sui payroll non agricoli in calendario domani.
Occhi in giornata a diversi interventi da parte di esponenti apicali della Bce mentre il mercato cerca indizi sulla tempistica di eventuali tagli dei tassi il prossimo anno.
Ottobre si prospetta come un nuovo mese di contrazione per il comparto manifatturiero italiano, inaugurando negativamente il quarto trimestre dopo la performance stagnante registrata dall`economia italiana nel terzo.
Le quotazioni del petrolio sono in rialzo, dopo tre sedute consecutive con segno meno, grazie al ritorno della propensione al rischio sui mercati innescata dalle decisioni Fed, mentre l`attenzione resta anche all`evolversi del conflitto in Medio Oriente.
Il messaggio della banca centrale Usa spinge invece verso il basso il dollaro.
Continua, intanto, la discesa dei rendimenti del Treasury, con il decennale sui mercati asiatici a 4,734% da 4,791% in chiusura ieri.