26 febbraio 2010
La settimana è stata caratterizzata da un importante ribasso dei tassi a medio lungo termine e dei tassi future Euribor.
L'indice Ifo tedesco inferiore alle aspettative e la fiducia dei consumatori Usa in netto calo nel mese difebbraio, hanno riacceso le preoccupazioni sulla sostenibilità della crescita. Un altro motivo che ha condotto al ribasso i rendimenti governativi è arrivato dalle dichiarazioni del presidente della Fed secondo cui l'economia Usa necessita di tassi bassi ancora a lungo.Le costanti preoccupazioni sulla Grecia hanno inoltre prodotto flussi di acquisti sui governativi ritenutipiù sicuri (tedeschi e americani) contribuendo quindi al calo dei rendimenti. Il Bund 10 dal 3,24% divenerdì scorso lo ritroviamo oggi al 3,11%, dopo i minimi di ieri al 3,10%. Il Bond 10 Usa dal 3,76% della scorsa settimana scende al 3,62%. Il Btp, considerato un titolo periferico, riesce solo parzialmente a seguire il calo del Bund, patendo quindi l'influenza negativa del caso ellenico e soprattutto le note vicende italiane; il decennale nostrano scende solo di 5 centesimi dal 4,07% al 4,02% con conseguente apertura dello spread Btp - Bund salito sopra i 90 bps (ultima volta a inizio febbraio).
L'aprirsi di prospettive di tassi ufficiali fermi ancora per lungo tempo ha indotto la discesa della parte a breve dei tassi a medio termine. Il Bund 2 anni (oggi 0,85%) ha surclassato i precedenti minimi scendendo ai più bassi livelli dall'introduzione dell'Euro (0,82%) con lo spread Bund 10-2 che si attesta appena sotto i 230 bps.
Le prospettive di crescita modesta per il biennio '10 -'11 con un'inflazione sotto controllo, seppur in rialzo, stanno contribuendo a mantenere basso il rendimento del Bund 10; tuttavia i valori attuali depressi dal fattore ellenico e dai bassi tassi a breve che favoriscono l’indebitamento a breve per investire a lungo sfruttando l'importante inclinazione della curva, appaiono difficilmente comprimibili.
I tassi Irs a lungo termine, legati all'andamento dei Bund tedeschi, sono calati nonostante un aumento generalizzato del rischio interbancario che ha condotto ad un allargamento dello spread Irs-Bund su tutte le durate, particolarmente sulla parte breve. Nonostante ciò, i tassi Irs, post richieste sussidi di disoccupazione sorprendentemente alte e che quindi gettano un'ombra sui dati occupazionali Usa attesi per fine settimana, giovedì hanno toccato i loro nuovi minimi storici sulle durate entro i 5 anni: Irs 2-3- 5 anni a 1,43% -1,80% - 2,42%. Per quanto riguarda l'Irs 10 anni (minimo giovedì al 3,31%) oggi a 3,36% non si tratta invece dei minimi assoluti (3,17% a settembre 2005) e neppure di quelli degli ultimi 12 mesi (3,27%) che furono registrati un anno fa quando il Bund 10 scese al 2,95% circa e le borse toccarono i minimi.
In settimana i mercati si sono convinti definitivamente che nel 2010 non avremmo nessuna modifica dell'attuale impostazione della politica monetaria (P/T fermo all'1%) e stanno spostando a fine primo trimestre 2011 un potenziale rialzo. Tale considerazione, unita alla possibilità che la Bce (riunione giovedì) possa procedere ad un drenaggio della liquidità a ritmi più lenti di quanto solo due settimane fa immaginavano i mercati, ha avuto l'effetto di condurre ad un calo i tassi Future per il ’10: dallo 0,656% del fixing di oggi l’Euribor 3 mesi è atteso all’1,14% (1,25% la scorsa settimana) per fine anno. Ipotizzare un periodo ancora maggiore di P/T fermo all'1% (livello raggiunto a maggio 2009) avrebbe un riscontro storico con il 2003-2005 quando la Bce per 29 mesi mantenne il P/T al 2%. In questo caso si andrebbe a fine estate 2011 per vedere un rialzo dei tassi ufficiali.