SECONDO MESE DI RIALZO PER GLI SPREAD SUI FINANZIAMENTI A MEDIO LUNGO TERMINE E SUI LEASING.

Buone notizie per chi ha già debiti in essere e non necessita di nuova finanza, pessime per chi necessita o deve negoziare nuove operazioni a medio/lungo.  L’enorme pressione sui nostri Titoli di Stato nelle scorse settimane ha comportato un sensibile  aumento del costo del funding  per le Banche italiane e le elezioni in Grecia hanno avuto scarso impatto ...

L'esito della consultazione elettorale in Grecia favorevole ai partiti pro bailout attenua solo momentaneamente e parzialmente le preoccupazioni sull'evoluzione della crisi europea dopo un paio di settimane che hanno visto un deciso  aumento deciso dell’avversione al rischio (borse in calo, periferici sotto pressione).

Il rischio Italia quindi è andato aumentando ed i pericoli si stanno avvicinando minacciosi secondo quanto indicato dagli spread e dai Cds (credit default swap, esprimono il costo per assicurarsi contro il default). Inoltre nelle ultime settimane è andata appiattendosi sempre più la curva dei rendimenti, segnale poco tranquillizzante: i redimenti sui titoli a breve sono infatti aumentati in modo molto più marcato rispetto agli aumenti avvenuti sui titoli a dieci anni.

La speranza è che il rischio di degenerazione della situazione possa indurre forzatamente le autorità politiche europee ad un’accelerazione nel processo di integrazione. Importante in tal senso la  dichiarazione del presidente Bce che invita a costituire un'unione bancaria con uno schema comune di garanzia sui depositi bancari e una sorveglianza centralizzata in modo da evitare fughe di capitali da un Paese all’altro. Se fosse fatto qualche passo in tali direzioni, la speculazione potrebbe allentare la morsa.

Nelle situazioni di estrema incertezza a beneficiarne, come di consueto sono i Bund tedeschi, anche se questa settimana, per la prima volta anche i titoli tedeschi sono stati venduti con conseguente rialzo dei rendimenti sulla parte a 10 anni mentre le scadenze inferiori sono rimaste quasi invariate. I tassi Irs rimangono vicini ai minimi storici.

I tassi Euribor proseguono il loro lentissimo movimento al ribasso. L’Euribor 3 mesi si porta allo 0,66% ormai prossimo al minimo storico di 0,634% toccato a fine marzo 2010.

Se le previsioni incorporate nei prezzi dei contratti Future Euribor  venissero rispettate, il minimo storico sarà presto infranto e la discesa proseguirà fino allo 0,50% -0,55%. Tali livelli sono attesi già per fine estate e si manterranno sostanzialmente invariati fino a settembre 2013. Per rivedere l’1% bisognerà attendere giugno 2015.

Lo scenario di politica monetaria appare ben delineato: non sono attesi per i prossimi due anni / due anni e mezzo modifiche e cioè il P/T Bce, confermato oggi all’1% non dovrebbe subire variazioni e il tasso sui depositi allo 0,25% se non in presenza di nuovi significativi peggioramenti della crisi economica.

Buone notizie quindi per chi ha già debiti in essere e non necessita di nuova finanza, pessime per chi necessita o deve negoziare nuove operazioni a medio/lungo.

L’enorme pressione a danno dei nostri Titoli di Stato nelle scorse settimane ha comportato un sensibile  aumento del costo del funding  per le Banche italiane: il mese di giugno vede un rincaro degli spread di circa 50/70 centesimi su tutte le strutture (finanziamenti e leasing); il rialzo di giugno si aggiunge a quello già registrato nel mese di maggio, con un rialzo complessivo di circa 1 punto percentuale rispetto ai minimi del 2012 registrati in aprile. Siamo ormai vicini ai massimi di inizio 2012.

Allo stato attuale, si rilevano sul mercato i seguenti livelli indicativi di spread: sui finanziamenti a 5 anni chirografari con piano di ammortamento si parte dal 4% circa per i “top” per arrivare in prossimità del 6% i prenditori di medio standing (non vengono considerate le fasce con rating “sufficiente” o peggio “a rischio”). Sugli ipotecari a 10 anni con piano di ammortamento la fascia è compresa tra il 4,50% e il 5,50%. La ponderazione del rischio collegata alla garanzia ipotecaria tende ad aumentare per la clientela con rating inferiore. Parallelamente, il costo del funding per le banche aumenta al crescere della durata. Si spiega in tal modo il fatto che i prenditori di alto rating pagano di più sull’ipotecario a 10 anni rispetto al chirografario a 5 e viceversa quelli con rating inferiore.

Per quanto riguarda i leasing, riscontriamo spread sostanzialmente analoghi a quelli sopra evidenziati.

Ma il problema principale è che sul medio/termine si rileva oggi la quasi totale assenza di disponibilità da parte del sistema bancario e questo anche in relazione al target del 30/6/2012 che pesa su taluni Istituti in ordine al rispetto dei parametri di patrimonializzazione Basilea (la riduzione degli impieghi a medio/lungo evidentemente agevola questi obiettivi, ma ciò a danno delle imprese).

Confidando in un inversione di tendenza dell’attuale situazione sull’area Euro (la riunione G20 in Messico e a fine mese vertice europeo devono dare risposte concrete e immediatamente realizzabili), o che comunque qualcosa nel frattempo accada, parrebbe  opportuno se possibile rinviare la negoziazione di affidamenti a medio/lungo da luglio in avanti. Giugno potrebbe risultare proibitivo per la concomitanza del caro spread e del possibile picco annuale 2012 del credit crunch.

 

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