Le previsioni sui tassi EURIBOR e IRS

I dati occupazionali Usa migliori delle attese hanno alimentato le speranze che la ripresa dell’economia stia procedendo più velocemente del previsto; molti indicatori anticipatori, si sono mossi ultimamente nella stessa direzione. La Bce, pur rivedendo al rialzo le sue previsioni, in occasione della riunione della scorsa settimana ha sottolineato il clima di estrema incertezza che ancora regna e la possibilità di nuovi inciampi a cui potrebbe andare incontro l’appena iniziata precaria ripresa. Ad immediata conferma dei timori della nostra banca centrale è giunto il declassamento del debito sovrano greco.

La situazione
I dati occupazionali Usa migliori delle attese hanno alimentato le speranze che la ripresa dell’economia stia procedendo più velocemente del previsto; molti indicatori anticipatori, si sono mossi ultimamente nella stessa direzione. La Bce, pur rivedendo al rialzo le sue previsioni, in occasione della riunione della scorsa settimana ha sottolineato il clima di estrema incertezza che ancora regna e la possibilità di nuovi inciampi a cui potrebbe andare incontro l’appena iniziata precaria ripresa. Ad immediata conferma dei timori della nostra banca centrale è giunto il declassamento del debito sovrano greco.
L’Euribor Se l’effetto sull’Euribor è stato nullo con i fixing sulle varie scadenze 1-12 che si mantengono  nei pressi dei minimi storici, altrettanto non si può dire per quel che riguarda le attese per l’Euribor 3 mesi; tali attese, ricavate dalle quotazioni dei tassi future e che quindi rappresentano effettivi scambi di mercato e non la previsione di analisti, sono scese abbondantemente su tutte le scadenze.  Se osserviamo l’andamento dei tassi da inizio settimana (dopo l’iniezione di fiducia dei dati occupazionali Usa) ad oggi, il calo è decisamente importante. L’Euribor 3 mesi (fixing oggi, 9 dicembre, a 0,715%) che solo venerdì era atteso all’1,20% a giugno ’10, all’1,89% a dicembre ’10 e al 2,72% a dicembre 2011, oggi è visto, rispettivamente all’1,10%-1,73%-2,58%. I mercati stanno quindi rivedendo al ribasso le attese per l’Euribor nel ’10-’11 in virtù di una ripresa economica che potrebbe essere decisamente modesta e densa di incognite (Grecia, Dubai, Illinois) anche per via del ridimensionamento di molte misure di stimolo fiscale e monetario necessario per non far esplodere i bilanci pubblici. Inoltre l’inflazione non dovrebbe rappresentare un problema nei prossimi anni come confermato anche dalla Bce (media range ’10 all’1,3%; media range ’11 all’1,40%). Chi ha quindi un mutuo a tasso variabile potrebbe veder prolungarsi il periodo di tassi bassi con una risalita decisamente più graduale di quanto atteso poco tempo fa. Tuttavia per assistere ad un ulteriore calo delle attese sull’Euribor sarebbe necessario che i prossimi dati macro fossero decisamente negativi o che si andasse incontro a un non auspicabile riaggravamento del tema “debito internazionale”.
Irs
L’effetto del declassamento del debito sovrano greco si sta facendo sentire sui mercati con gli operatori alla ricerca di porti sicuri dove mettersi al riparo in questo ultimo scorcio di anno. Lo spread tra il titolo greco a 10 anni e quello tedesco è oggi a 255 bps; il nostro Btp resiste discretamente con lo spread Btp-Bund 10 anni a 85 bps: tale spread da metà settembre si è mosso a cavallo di 80 bps, con un minimo a 62 e un massimo a 88 il 27 novembre (massimo assoluto a 170 bps a fine gennaio 2009 in piena crisi). Il Bund 10 è così stato comprato a piene mani comportando un calo del rendimento dal 3,24% di venerdì al 3,14% di oggi; il tasso Irs 10 anni, legato al Bund lo ha seguito parzialmente scendendo dal 3,49% al 3,42%. Il ribasso dei Future Euribor è stato speculare a quello delle scadenze Irs 2-3-5 anni, venerdì rispettivamente all’1,83%-2,24% e 2,74% e oggi all’1,73%-2,12% e 2,65%. I dubbi sull’entità della ripresa con uno scenario di inflazione non preoccupante dovrebbero costituire un valido deterrente per importanti movimenti al rialzo dei tassi a medio lungo termine. L’Irs 20 anni per esempio, oggi al 3,93% tra un anno è atteso dal mercato al 4,05%.

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