La Bce alza i tassi: cosa aspettarsi per l’Euribor nel 2011-2012.

E’ l’inizio di una lunga serie di rialzi? Potrebbe essere giunto il momento di stipulare finanziamenti a tasso fisso?

La Bce ha alzato ieri, dopo ventitre mesi, il tasso di riferimento (pronti contro termine) all’1,25% dall’1% precedente, dando seguito a quanto aveva annunciato un mese fa alla precedente riunione di politica monetaria. Un rialzo quindi ampiamente scontato che solo per un attimo era stato messo in dubbio dai tragici eventi giapponesi. Ieri in conferenza stampa Trichet ha lasciato la porta aperta a nuovi rialzi anche se è apparso leggermente meno preoccupato sull’inflazione.

L’ultimo rialzo dei tassi è datato 9 luglio 2008: in quell’occasione la Bce si mosse, secondo alcuni, inopportunamente. Si era in pieno periodo di crisi subprime e interbancaria: di lì a pochi mesi ci sarebbe stato il default di Lehman e la crisi aveva già contagiato l’economia reale, tanto è vero che la Fed stava abbassando vigorosamente i tassi. La Bce visto che l’inflazione aveva raggiunto il 4%, massimo storico dall’introduzione dell’Euro, non ebbe esitazioni ad alzare. Subito dopo corse ai ripari iniziando una rapida retromarcia che condusse il P/T dal 4,25% di luglio 2008 al 2% di inizio 2009 fino all’1% di maggio dello stesso anno.

Oggi la Bce, fedele al suo mandato di guardiana dell’inflazione, non ha potuto esimersi dall’agire visto che le recenti tensioni sui prezzi relativi alla componente energetica ed alimentare hanno condotto l’inflazione tendenziale al 2,6% in marzo, cioè su livelli decisamente superiori a quelli che sono gli obiettivi dichiarati della nostra banca centrale (2%). La Bce non vuole trovarsi ad inseguire l’inflazione ed inoltre vuole anticipare eventuali effetti di secondo livello, timore in aumento visto che i prezzi alla produzione sono in rialzo (6,6% il dato tendenziale di febbraio).

Anche ipotizzando uno scenario di stabilizzazione dei prezzi, l’inflazione nei mesi estivi è destinata a portarsi verso il 3%. In uno scenario del genere non stupisce quindi che il rialzo di ieri possa essere seguito da altri nei prossimi mesi. Attualmente i mercati prevedono ulteriori rialzi di 0,25% a luglio e a ottobre mentre rimane ancora una leggera incertezza sulla possibilità che il P/T Bce venga portato al 2% per fine anno. Da parte nostra sposiamo l’ipotesi che la Bce possa portare entro il 2011 il P/T al 2%, dopo di che,  probabilmente, vorrà valutare gli effetti di questa serie di aumenti anche perché spingersi oltre, con la crisi dei debiti sovrani in corso, potrebbe essere un passo da programmare con molta cautela.

Da quando il mese scorso la Bce aveva paventato la possibilità di procedere al rialzo di ieri, l’Euribor 3 mesi, parametro di riferimento per molte operazioni di finanziamento, ha iniziato una marcia al rialzo che lo ha condotto dall’1,10% all’attuale 1,28%. In poco più di un anno è praticamente raddoppiato (minimo storico il 31 marzo 2010 a 0,634%). Quali sono le prospettive? Attualmente i mercati si attendono che l’Euribor 3 mesi salga all’1,55% a giugno, al 2,15% per fine anno, al 2,5% tra un anno e al 3% ad inizio primavera ’13. Proseguendo, il 3,5% è previsto per giugno ’14 e il 4% a marzo ’16. Queste previsioni sono ricavate dai contratti Future sull’Euribor 3 mesi negoziati sul mercato Liffe di Londra, piazza di riferimento internazionale per questo contratto; sono quindi previsioni che  derivano da reali contrattazioni di mercato.

A nostro giudizio queste previsioni sono pessimistiche in relazione alle previsioni 2012 di Pil (1,6%) e di rientro dell’inflazione verso il 2%; inoltre un tasso Euribor 3 mesi sopra il 3,5% non è così facile da superare: i periodi in cui è stato sopra tale livello sono tra gennaio 2000 e settembre 2001 cioè in piena bolla tecnologica e tra ottobre 2006 e novembre 2008 punta più acuta della crisi interbancaria.

I tassi IRS (interest rate swap), cui sono legati i finanziamenti a tasso fisso, sono pari, secondo la logica del mercato, alla media dei tassi Future Euribor opportunamente resi equivalenti in termini di capitalizzazione; pertanto, non condividendo le attese sull’Euribor che ci paiono eccessive, non siamo attualmente propensi ad utilizzare il tasso fisso su operazioni di finanziamento a medio/lungo termine.

I tassi IRS, parametro di riferimento per le operazioni di finanziamento a tasso fisso e per le operazioni di copertura dal rischio tassi, sono a loro volta cresciuti abbondantemente nell’ultimo periodo rendendo quindi decisamente meno conveniente la scelta del tasso fisso rispetto a qualche mese addietro. L’Irs a dieci anni, oggi al 3,7%, un mese fa era poco sopra il 3,4%, ad inizio anno al 3,2% circa e a fine agosto dello scorso anno toccava il minimo storico di 2,34%. Per trovare i livelli attuali bisogna tornare al giugno ’09. Ma c’è ancora spazio di salita per i tassi Irs? Qualche margine potrebbe esserci ma non crediamo molto proprio perché, come detto sopra, risulta attualmente difficile immaginare rialzi dell’Euribor nei prossimi anni superiori ai già pessimistici livelli sopra indicati.

Concretamente, l’accensione di un finanziamento decennale con piano di ammortamento con base Irs di periodo (10 anni), dai nostri conteggi, conviene rispetto al variabile, se l’Euribor 3 mesi sale oltre il 4% a partire dal 2013 e oltre il 5% a partire dal 2018.

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