Proprio in questi giorni i tassi Irs (interest rate swap) hanno aggiornato i nuovi minimi storici: Irs a 3-5-10 anni rispettivamente all’1,13% - 1,48% - 2,22%. Paiono oggettivamente livelli invitanti per procedere alla trasformazione di finanziamenti da tasso variabile in tasso fisso.
Tuttavia chi sta continuando a rinviare questa decisione, per timore di nuovi peggioramenti del quadro economico-finanziario, è stato premiato. L’aumento dell’avversione al rischio (calo delle borse, aumento dei rendimenti dei titoli periferici europei e degli spread sul Bund), alla luce delle difficoltà della Spagna e di un potenziale rallentamento della crescita globale, ha condotto alla riduzione dei tassi IRS. E’ ovviamente difficile esprimersi sulla prosecuzione o meno di tale tendenza che prima o poi è auspicabile finisca. Quello che si può segnalare, in ogni caso, è l’oggettiva appetibilità delle condizioni di tasso fisso spuntabili attualmente tramite IRS: ad esempio sui 10 anni una copertura “baciata” ad un piano di ammortamento a rate trimestrali costanti è perfezionabile attorno all’1,75% (margine per la banca compreso – NB: condizione per primari) mentre una copertura cosiddetta “Bullet” e cioè con capitale nozionale fisso, può essere chiusa al 2,25% circa. Sui 5 anni le due diverse tipologie di copertura possono essere perfezionate rispettivamente all’1,20% e 1,50% circa.
Per curiosità siamo andati a ritroso nel tempo, sin dall’introduzione dell’Euro, per vedere quando fosse e se fosse stato conveniente trasformare in fisso, tramite Irs (interest rate swap), un finanziamento a tasso variabile. Per operazione Irs si intende un contratto mediante il quale cliente e banca si scambiano flussi finanziari: tipicamente il cliente paga un fisso (tasso Irs di swap) e riceve un tasso variabile (Euribor).
Abbiamo considerato operazioni “Bullet” (quindi senza ammortamento del capitale nozionale) a 5 anni: in sostanza siamo andati a vedere, giorno per giorno fino ad inizio 1999, quando fosse risultato conveniente sottoscrivere un Irs. Ebbene, il risultato è che chi fosse stato a mercato (tasso variabile) avrebbe quasi sempre fatto un affare.
Sarebbe risultato conveniente coprirsi solo tra aprile e ottobre 2005, a fine 2004, a marzo 2004 e a giugno 2003, con vantaggi peraltro molto limitati.
Visti gli attuali minimi dei tassi Irs, potrebbe essere oggi la volta buona sottoscrivere una copertura che in futuro possa risultare conveniente?
Il negativo risultato storico delle operazioni Irs non deve essere tuttavia essere necessariamente letto come “guadagno delle controparti bancarie”. Le banche nel momento di definizione della copertura provvedono a coprirsi a loro volta, quindi i loro profitti non sono legati all’andamento della copertura. Questi derivano invece da alcune voci che vengono “caricate” sul tasso Irs teorico, che possiamo definire anche “Best price” di mercato. Al “Best price” si aggiunge un costo di hedging tipicamente rappresentato dallo spread denaro/lettera applicato in condizioni normali di mercato. A ciò la banca aggiunge uno spread (margine) che tendenzialmente dovrebbe coprire i rischi di credito, i rischi operativi e legali oltre a quelli amministrativi. Tale costo è spesso anche direttamente proporzionale alla complessità del derivato.
Purtroppo nel passato, proprio per aumentare i margini di profitto, venivano proposti derivati decisamente complessi che poco avevano a che fare con i bisogni di copertura. Rileviamo che questa tendenza è andata via via scemando e negli ultimi anni gli operatori sono tornati a proporre operazioni classiche di copertura.
Quando si ha intenzione di sottoscrivere una copertura è necessario quindi essere perfettamente consapevoli di quello che è il “Best Price” e quelle che sono le normali condizioni di spread applicate dalle banche. Per far ciò è necessario avere a disposizione modelli di calcolo adeguati.
La valutazione tecnica dell’operazione può essere eseguita anche a ritroso su operazioni di copertura chiuse nel passato per capire quali furono i margini di profitto della banca e la loro congruità nonché per controllare i pagamenti avvenuti.