CAFFE’ ESPRESSO

19 aprile 2018 - Aumenta la propensione al rischio dopo i dati Usa e le previsione del FMI.

La robustezza del credito alle imprese, l'aumento della spesa per consumi e il miglioramento del mercato del lavoro indicano come l'economia statunitense resti sulla strada di un proseguimento della crescita. È quanto emerge dal Beige Book, rapporto periodico sui 12 distretti regionali a cura dell'istituto centrale Usa, che individua come incognita principale il rischio di una guerra commerciale.

Sui rischi legati a una guerra commerciale tra Usa e Cina insiste anche Dudley, presidente della Fed di New York, che avverte come da tale conflitto gli Usa non possano uscire vittoriosi. Il vice presidente della vigilanza dell'istituto centrale Usa Quarles ha invece escluso che l'appiattimento della curva dei tassi Usa possa anticipare un'imminente recessione.

Dopo i dati Usa di questi giorni migliori del previsto, lo stemperarsi delle tensioni in Siria e le trimestrali delle quotate a Wall Street migliori delle attese, è cresciuta la propensione al rischio che si è materializzata in performance positive delle borse e in acquisti sui periferici con i rendimenti Btp in calo. Il dato definitivo sull’inflazione europea di marzo vede una variazione mensile dell’1% uguale alle attese mentre la variazione tendenziale è risultata dell’1,3% contro attese di 1,3%. La debole inflazione continua ad essere il tallone d’Achille della Bce che non riesce proprio a ravvivarla: l’obiettivo del 2% resta lontano, sicuramente non raggiungibile nel 2018-19. La curva Usa ha mostrato l'andamento più piatto di oltre un decennio con l'aumento dei tassi a breve e il calo dei titoli a più lunga scadenza nonostante l'allentamento delle tensioni geopolitiche e commerciali a livello globale.

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