CAFFE’ ESPRESSO

18 luglio 2025 - Powell sotto tiro.

La reazione del mercato ai titoli sconcertanti di mercoledì su un suo possibile licenziamento a breve - seguiti poi dalle parziali smentite di Trump - è stata piuttosto contenuta, in una ulteriore dimostrazione di come gli investitori continuino a prendere con beneficio di inventario le poco lineari politiche della Casa bianca, non solo sul fronte commerciale.

 

Il prossimo 24 luglio Francoforte manterrà i tassi di interesse al 2.

Le prospettive per l'economia della zona euro risultano stabili, almeno al momento, nonostante la recente minaccia di dazi Usa al 30% che ha spinto Bruxelles a preparare contromisure in caso di mancato accordo.

Di diverso avviso il presidente di Bundesbank per il quale se tale aliquota fosse effettivamente implementata ad agosto, non si può escludere la possibilità di una recessione in Germania quest'anno.

 

L'obbligazionario nipponico si è stabilizzato dopo il recente selloff che ha fatto salire i rendimenti sul lungo termine a livelli record, in vista di importanti elezioni nel fine settimana.

Stando agli ultimi sondaggi, la coalizione guidata dal primo ministro Shigeru Ishiba probabilmente perderà la maggioranza alla Camera alta nel voto di domenica, con un aumento dell'instabilità politica in un momento delicato in cui Tokyo cerca di concludere un accordo commerciale con gli Stati Uniti.

I dati diffusi stanotte, intanto, l'inflazione "core" è aumentata del 3,3% tendenziale a giugno, come da attese, rimanendo al di sopra del target BoJ per il 39esimo mese consecutivo e rinfocolando le aspettative di rialzo dei tassi.

 

Dopo una mossa analoga da parte della Bce, la Banca d'Inghilterra ha chiesto ad alcuni istituti di credito di testare la propria resilienza a potenziali shock sul dollaro statunitense, nell'ultimo segnale di come le scelte dell'amministrazione Trump stiano erodendo la fiducia negli Stati Uniti come fondamento della stabilità finanziaria.

 

Il dollaro si avvia verso il secondo guadagno settimanale consecutivo rispetto alle principali valute, sostenuto dai recenti dati macro positivi che hanno confermato l'opinione secondo cui la Fed aspetterà ancora un po' prima di tagliare nuovamente i tassi.

 

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