Parlando dopo il meeting del Fomc che ieri sera ha lasciato i tassi invariati e mantenuto la previsione di tre tagli al costo del denaro quest'anno, Jerome Powell ha detto che la tempistica di tali riduzioni dipenderà dall'effettiva convergenza dell'inflazione sull'obiettivo in un'economia che continua a superare le aspettative. La lettura forte del Cpi Usa di febbraio, ha spiegato il banchiere centrale, non ha intaccato per ora l'outlook di fondo di un lento rallentamento dei prezzi ma la Fed necessita di ulteriori dati a conferma che quanto avvenuto il mese scorso non si ripeta nei mesi a venire. Pur avendo confermato 75 pb di allentamento per quest'anno, nell'aggiornamento delle loro proiezioni macro i policymaker hanno incrementato nettamente la stima di crescita economica per il 2024 rispetto a quella diffusa a dicembre - 2,1% da 1,4% - e previsto un miglioramento meno rapido sul fronte prezzi. L'indice Pce core sulla spesa per consumi personali è visto al 2,6% a fine anno dal 2,4% ipotizzato in precedenza.
La reazione dei mercati ha registrato un balzo delle borse, il calo del dollaro e dei rendimenti del Treasury mentre gli investitori hanno rafforzato le loro scommesse su un prima mossa di allentamento monetario a giugno da parte della Fed.
L'attenzione si focalizzerà in mattinata sul board di Bank of England che, stando alle aspettative, dovrebbe ugualmente tenere fermi i tassi. L'inflazione britannica ha decelerato in febbraio, mantenendo la banca centrale sulla buona strada per iniziare a ridurre il costo del denaro nei prossimi mesi. Gli investitori vedono circa il 63% di probabilità per un primo taglio a giugno e lo prezzano pienamente ad agosto.
Mentre alcuni analisti osservano che Francoforte potrebbe esitare ad allentare prima della Fed, nelle loro più recenti dichiarazioni i banchieri euro hanno cercato di smorzare le scommesse su una serie di tagli dei tassi, pur riconoscendo i dati incoraggianti sul rallentamento dei prezzi e dei salari.
Diversi policymaker si sono espressi a favore di una prima riduzione dei costi di finanziamento a giugno, mentre il dibattito si concentra ora sul numero di tagli successivi, sebbene Christine Lagarde abbia chiarito ieri che la banca centrale non può impegnarsi in alcun modo in questo senso, restando totalmente dipendente dai dati in un'ottica meeting-by-meeting.
I mercati monetari prevedono tre decrementi da 25 pb entro dicembre, con qualche possibilità di un quarto, che abbasserebbero il tasso sui depositi bancari dall'attuale 4% al 3,25% o al 3,0%.
Un aggiornamento sullo stato dell'economia del blocco giungerà in mattinata dalle stime sui Pmi di marzo in arrivo, tra gli altri, da Francia, Germania e zona euro.
Per le prime due, gli indici di manifattura, servizi e composito sono visti in marginale miglioramento, pur restando ampiamente sotto quota 50, discrimine che divide l'area di contrazione da quella di espansione.