Dopo una seduta partita male ieri tra i commenti hawkish Bce, i tassi hanno preso a scendere sul finale in scia al Treasury, in un mercato galvanizzato dalle parole del falco Fed Weller, secondo il quale se l'inflazione continuerà a rallentare un allentamento monetario negli Usa è possibile già nei prossimi mesi.
Gli investitori si sono spostati a prezzare una maggiore probabilità (40%) di tagli a partire da marzo, per una riduzione complessiva di oltre un punto percentuale nel corso del 2024.
La Fed ha mantenuto il saggio overnight di riferimento nella fascia 5,25%-5,50% al termine della riunione politica del 31 ottobre-1 novembre e gli analisti si aspettano in larga misura lo stesso risultato al meeting del 12-13 dicembre.
Questa settimana rappresenta l'ultima occasione per i policymaker statunitensi di esporre pubblicamente le loro opinioni prima che entri in vigore il consueto blackout pre-Fomc. Powell avrà probabilmente l'ultima parola con un discorso venerdì ad Atlanta.
L'attenzione resta in prima battuta ai dati macro che arriveranno tra oggi e domani dagli Usa. Nel primo pomeriggio la seconda lettura del Pil del terzo trimestre - che stando al consensus dovrebbe essere ritoccato al rialzo a +5% dal +4,9% del preliminare - mentre domani sarà la volta dell'indice Pce di ottobre sulla spesa per consumi personali, tra le misure sui prezzi più monitorate dalla banca centrale americana.
Inizieranno intanto ad arrivare oggi i primi numeri nazionali sull'inflazione di novembre nella zona euro, in attesa del dato complessivo Eurostat che sarà diffuso domani e che resta cruciale se si guarda alle prossime scelte di Francoforte.
Da segnalare che, secondo statistiche rese note ieri dalla stessa Bce, i prestiti alle imprese della zona euro sono scesi in territorio negativo per la prima volta dal 2015 a ottobre, con il rischio che il blocco si trovi in recessione e debba affrontare una lunga ripresa.
Focalizzati sul rallentamento dell'economia, i mercati vedono al momento circa 95 punti base di tagli il prossimo anno, con la prima mossa prevista già ad aprile, una tempistica che diversi membri del board hanno messo in discussione.
L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico pubblica il Global Economic Outlook con le stime su crescita e inflazione per i principali Paesi.