CAFFE’ ESPRESSO

31 marzo 2023 - Oggi dati sull'inflazione Usa ed Eurozona.

A deprimere il mercato obbligazionario italiano ed euro, ieri, dati sull'inflazione tedesca che hanno messo in evidenza a marzo una frenata meno marcata rispetto alle attese, con l'attenzione degli investitori che sembra tornare a focalizzarsi sull'andamento dei prezzi, mentre scemano, almeno in parte, i timori legati alla crisi del comparto bancario, e sulle conseguenti scelte di politica monetaria. Si chiude oggi un trimestre particolarmente volatile che ha visto i rendimenti obbligazionari delle principali economie mondiali registrare forti oscillazioni che potrebbero continuare sino a che non sarà chiaro quale strada imboccheranno le banche centrali. Molto dipenderà anche da quanto eventuali ulteriori problemi nel settore del credito potranno contribuire a placare l'inflazione.

 

Cruciali in questo senso le statistiche, ancora sul fronte prezzi, in arrivo oggi da Francia, Italia e zona euro, che, dopo quelle di ieri di Germania e Spagna, completeranno il quadro agli occhi degli operatori e soprattutto della Bce. A preoccupare la banca centrale la prospettiva di un'inflazione 'core' che passerebbe al tasso tendenziale di 7,5% da 7,4% di febbraio, dimostrandosi persistente, tendenza peraltro già emersa negli ultimi mesi.

Con un'agenda molto fitta sul lato macro oggi, da segnalare che, in dati appena resi noti, le vendite al dettaglio tedesche di febbraio hanno evidenziato un tonfo dell'1,3% congiunturale contro il +0,5% atteso e dopo -0,3% del mese prima.

 

Un altro indicatore particolarmente monitorato dal mercato, questa volta in chiave Fed, arriverà da oltreoceano nel primo pomeriggio. Il dato Pce 'core' sulla spesa per consumi personali di marzo vede attese pari a +0,4% congiunturale dopo il +0,6% di febbraio, a fronte di un tendenziale che dovrebbe rimanere stabile al 4,7%.

In dichiarazioni rese ieri, tre membri apicali della banca centrale statunitense hanno aperto alla possibilità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse volti a raffreddare i prezzi, sebbene abbiano osservato che i guai del comparto bancario potrebbero fiaccare l'economia con l'effetto di un raffreddamento dei prezzi più veloce del previsto.

Diffusa ieri, l’ultima lettura sul Pil Usa del quarto trimestre 2022 si è attestata al 2,6% - poco sotto le attese -, rallentando il passo rispetto al +3,2% del terzo. Nell’intero 2022, l'economia statunitense ha registrato un progresso del 2,1%, dopo il +5,9% del 2021.

I mercati scontano al 50% la probabilità di un'ultima stretta da 25 pb che porterebbe i tassi al 4,75%-5%, poi prezzano tagli. All'inizio del mese, prima delle fibrillazioni delle banche, il picco del ciclo di inasprimento ero visto intorno al 5,7%.

 

L'attività manifatturiera cinese si è espansa ad un ritmo più lento a marzo, sollevando dubbi sulla forza della ripresa post-Covid, mentre la domanda globale e' debole e il settore immobiliare flette. L'indice Pmi e' sceso a quota 51,9 da 52,6, mentre quello relativo ai servizi ha mostrato un'espansione piu' decisa, ai massimi da 12 anni, grazie alla forza dei trasporti e delle costruzioni.

Etichette: Aritmatica, Caffé Espresso |

I commenti sono chiusi.