L’accordo sull’immigrazione, seppur vago, ha sostenuto i mercati venerdì ma ha messo in difficoltà la tenuta dell’esecutivo tedesco con le dimissioni del ministro dell’interno durante il weekend. Oggi aperture pesanti per le piazze europee.
I fattori politici Ue si confermano il principale market mover in questa fase con le evidenze macro relegate in secondo piano; per gli Usa invece la sensibilità è sui dazi e sui dati macro con le due cose che sono strettamente collegate. Per quanto riguarda i dati si tenta di capire se i segnali di affaticamento dell’economia Usa (venerdì deludenti i numeri sulla spesa dei consumatori) siano temporanei: a tal proposito oggi sono da seguire l’indice Pmi Usa e l’Ism manifatturiero).
In Europa non c’è la stessa attenzione sui dati (oggi indici di fiducia Pmi ma sono quelli definitivi che muovono poco i mercati i quali invece sono molto più sensibili ai dati preliminari) in quanto anche scostamenti rispetto alle attese non porterebbero modifiche alla politica monetaria Bce, mentre in caso di frenata degli Usa, la Fed potrebbe rivedere il percorso di rialzo dei tassi delineato all’ultima riunione (ancora due aumenti nel 2018 e tre nel 2019).
DATI MACROECONOMICI
ZONA EURO
Pmi manifatturiero finale
USA
Pmi manifatturiero finale giugno
Ism manifatturiero