Abbiamo già abbondantemente analizzato le parole di Yellen di questi giorni. In sostanza la sua è una visione positiva dell'economia con crescita e mercato del lavoro in target Fed mentre l'inflazione resta leggermente bassa ma con piena occupazione la dinamica salariale è destinata ad incidere sulla dinamica dei prezzi. Quello che sorprende è la mancanza di unicità delle dichiarazioni degli altri membri del comitato esecutivo: in questi giorni si sono alternate voci che reputano idoneo il livello attuale dei tassi sui Fed Funds e altre che ritengono che anche prima della fine dell'anno debba esserci un nuovo rialzo di un quarto di punto che li porti dall'attuale livello 1-1,25% a 1,25-1,50%.
Su un punto però tutti concordano e cioè la necessità di iniziare a ridurre il bilancio della Fed in tempi rapidi.
Il bilancio verrà, a giudizio di chi scrive, ridotto attraverso un mancato reinvestimento dei titoli e delle cedole in scadenza e non attraverso una vendita diretta di titoli che avrebbe un impatto eccessivamente rischioso sui mercati finanziari (rialzo dei tassi eccessivo, borse in affanno …).
E' probabile che già alla riunione del 26 luglio la Fed annunci qualche aspetto tecnico sul tapering in modo da farlo digerire ai mercati. Su questo aspetto c'è da dire che con le borse sui massimi storici e il rally pluriennale sull'obbligazionario la Fed potrebbe sentirsi meno vincolata: anche se ci fosse qualche correzione sarebbe comunque sempre una correzione che parte da livelli estremamente elevati. Mani libere quindi da questo punto di vista per la Fed che quindi non si sente vincolata all'andamento di Wall Street. Anzi proprio in questi giorni alcuni interventi di membri Fed hanno evidenziato come gli attuali livelli su molti assett siano un po' “tirati”.
Oggi le trimestrali di alcune importanti quotate daranno un contributo a proposito.
Ritornando al tema dell'inflazione che appare come l'unico motivo che sta impedendo rialzi dei tassi Usa, c'è da ricordare che gli effetti di secondo livello innescati dalla dinamica salariale sono i più difficili da governare e quelli più preoccupanti: un vaso di Pandora da cui una volta uscita è difficile far rientrare. Meglio quindi prevenire ed importante quindi nei prossimi mesi sarà capire come si evolveranno le pressioni salariali e non tanto i livelli dell'inflazione che sono sporcati da dati congiunturali: la stessa inflazione “core” potrebbe apparire insufficiente a spiegare eventuali decisioni Fed.
Oggi comunque, tornando al contingente, verrà pubblicato il dato sull'inflazione Usa di giugno.
Altro dato importante quello delle vendite al dettaglio visto il peso che i consumatori hanno sul Pil americano.