Una giornata densa di appuntamenti con l’agenda economica quella di ieri. L’inflazione negli Usa in ottobre (0,4% mese; 1,6% tend.; 2,1% la “core”) è decisamente più alta che in Europa (0,2% mese; 0,5% tend.; 0,7% la “core”). L’inflazione attesa a cinque anni tra cinque anni (forward inflation 5y5y) è al 2,5% negli Usa ed è all’1,6% in Europa. La differenza tra l’andamento dei prezzi sulle due sponde dell’Atlantico e alcuni dati migliori del consenso provenienti dagli Usa (mercato immobiliare e richieste di sussidi disoccupazione), hanno condotto al massimo storico lo spread Bond Usa – Bund 10 anni che ha toccato i 196 bps. Tutto ciò sta sostenendo il biglietto verde con l’Eurousd che, dopo un timido tentativo di portarsi sopra 1,075, torna a muoversi a cavallo di 1,07. La Fed potrebbe alzare i tassi di interesse "relativamente presto" se i dati economici continueranno a indicare un miglioramento del mercato del lavoro e la risalita dell'inflazione Così si è espressa ieri pomeriggio la Yellen, offrendo un altro concreto segnale di un possibile intervento restrittivo nel meeting del mese prossimo. Afferma inoltre che l'economia Usa appare impostata su una crescita moderata, che contribuirà al raggiungimento della piena occupazione e a spingere l'inflazione verso il target del 2% della banca centrale. Il governatore, ha aggiunto che vede a questo punto solo un rischio limitato che la Fed si sia mossa in ritardo rispetto all'evoluzione dell'inflazione, parole che fanno intravedere un percorso solo graduale di rialzo del costo del denaro Usa. Per ora i mercati prevedono un solo rialzo nel 2017, percorso anche troppo graduale visto l’andamento macro. Alcuni operatori ipotizzano che la politica monetaria della Fed potrebbe rivelarsi molto più restrittiva del previsto (rialzi più numerosi e ravvicinati) per portare i tassi su livelli alti che le consentano di agire al ribasso per, eventualmente, sostenere l’economia in caso di fallimento delle politiche economiche di Trump. Ipotesi alquanto contorta: normalmente la Fed agisce coerentemente con gli sviluppi dell’economia (crescita-disoccupazione e inflazione). Ancora note assai dolenti per i Btp il cui rendimento sui dieci anni sale al 2,11% con lo spread che si affaccia sopra i 180 bps. A rendere vulnerabile l’Italia i soliti motivi di scontro istituzionale con Bruxelles sui numeri del bilancio pubblico e sulla legge di stabilità.
Le prospettive di un imminente rialzo Usa sostenute dalla parole di Yellen hanno spinto il dollaro mentre lo yen prosegue nel suo indebolimento dopo che la BoJ si è detta disponibile a un acquisto illimitato di bond.
CAFFE’ ESPRESSO
18 novembre 2016 - La BoJ si è detta disponibile a un acquisto illimitato di bond ...
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