23 aprile 2010
L’evoluzione della crisi greca e i suoi potenziali sviluppi continuano a condizionare i mercati. Tuttavia l’effetto si è visto in particolare sull’Euro sceso fino a 1,32 contro Usd e sugli spread tra Bund tedesco e titoli periferici non solo greci ( max a 600 bps) ma anche spagnoli, portoghesi, irlandesi e con i nostri Btp che soffrono (si è ampliato il differenziale Btp-Bund 10 anni fino a 92 bps, poi rientrato sotto 90 oggi) mentre reggono complessivamente i principali mercati azionari, specie Wall Street, grazie a trimestrali migliori del previsto.
Sul fronte dei tassi, la vendita di “periferia” e l’acquisto di “centro” favoriscono la discesa dei rendimenti tedeschi; il Bund 10 (oggi 3,08%) è calato fino al 3,04% cioè 7 centesimi in meno rispetto ai livelli di venerdì scorso. Il calo è da imputare esclusivamente all’effetto Grecia; i dati resi pubblici in settimana, al contrario, avrebbero dovuto produrre un rialzo. Infatti l’indice Zew e quello Ifo tedeschi si sono dimostrati superiori alle attese sia nelle componenti relative alla situazione corrente sia in quella relativa alle aspettative. La crescita tedesca, secondo tali indicazioni, potrebbe rivelarsi più sostenuta del previsto dopo un primo trimestre debole per via delle avverse condizioni atmosferiche dei mesi scorsi che hanno bloccato in particolare il settore delle costruzioni. Gli indici Pmi a livello europeo confermano che l’economia potrebbe accelerare nella parte centrale dell’anno grazie alla ripresa del commercio estero, al ciclo delle scorte e agli incentivi fiscali ancora presenti, con una domanda interna che tuttavia resterà molto debole per via di una disoccupazione attesa in crescita (venerdì prossimo tasso di disoccupazione).
Le difficoltà della Grecia comprimono verso il basso i tassi interbancari. La corsa al Bund, specie quello a lungo termine, permette la distensione dei tassi Irs 10 anni (oggi 3,26% dal 3,28% di venerdì scorso). La Bce potrebbe essere ancor più prudente nel far ritirare le misure straordinarie a sostegno della liquidità e potrebbe prolungare la fase di P/T all’1%; questo aiuta a tenere bassi i tassi impliciti nelle quotazioni Future Euribor 3 mesi che a loro volta condizionano i tassi Irs a breve.
Questi ultimi, oggi sui medesimi livelli di venerdì scorso (Irs 2-3 anni all’1,47% e 1,82%), restano in prossimità dei minimi storici così come la scadenza intermedia a 5 anni (2,40%). Livelli di 1,50% e 1,85% sulle scadenze 2-3 anni restano di riferimento per i prossimi mesi così come il 2,45% per la
scadenza 5 anni. Quella decennale, condizionata dal Bund 10 e dove lo spread Irs – Bund è ormai normalizzato (15–20 cent.) e quindi non offre protezione in caso di rialzo dei rendimenti obbligazionari tedeschi, potrebbe risentire di un ritorno del Bund 10 in un range di rendimento compreso tra il 3,10% e il 3,20% con conseguente livello sull’Irs 10 tra il 3,30% e il 3,40%.
I tassi a breve termine restano fermi sui medesimi livelli; l’Euribor 1-3-6-12 mesi è rispettivamente allo 0,40%-0,50%-0,64% e 1,22%. Sostanzialmente immutate anche le attese sull’Euribor 3 mesi sulle scadenze ’10 (giugno - settembre – dicembre a 0,73% - 0,89% - 1,07%). Le scadenze successive risultano in calo di circa 2 cent. (giugno ’11 1,41% - dicembre 1,83%), livelli che tendenzialmente condividiamo.
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