Occhi puntati sui mercati globali ed europei per la reazione ai tanto attesi dazi che nel fine settimana il presidente Usa Trump ha imposto a Messico, Canada (25% ad eccezione del petrolio canadese per il quale scendono al 10%) e Cina, punita con penalizzazioni del 10%. Il presidente Usa ha parlato di altri dazi su petrolio e gas naturale a partire da metà febbraio. Per quanto riguarda l'Europa, Trump ha detto che sono al vaglio dazi su alcuni beni come acciaio, alluminio, rame, medicinali e chip. Sui mercati asiatici, con le piazze cinesi ancora chiuse per festività, l'euro è arrivato a cedere il 2,3%, al minimo dal novembre 2022, sul biglietto verde. Il dollaro canadese ha toccato i minimi dal 2003, il peso messicano dal marzo 2022, lo yuan offshore il minimo storico, il petrolio è salito, i metalli sono crollati e i futures azionari Usa scendono di circa il 2,7% a causa dei rischi per gli utili delle società americane. Quelli europei cedono il 2%. I listini di Hong Kong, Sydney, Seoul e Taipei hanno perso circa il 2%. Tokyo ha chiuso in calo del 2,66%.
In risposta ai provvedimenti Usa, il Canada ha imposto dazi del 25% su beni Usa per 155 miliardi di dollari e il Messico ha detto che prenderà contromisure nei confronti di Washington. La Cina ha detto che difenderà i propri interessi commerciali e porterà Trump al Wto. Il timore è che si scateni una guerra commerciale che zavorri la crescita globale e faccia schizzare l'inflazione.
Venerdì i rendimenti della zona euro sono scesi dopo una serie di dati che hanno rafforzato le aspettative di un nuovo taglio dei tassi di interesse al prossimo meeting della Bce.
La reazione dei mercati obbligazionari ai dazi di Trump sembra quella di un equilibrio tra le ricadute negative di un rialzo dell'inflazione e la prospettiva di altri tagli dei tassi per via della debolezza della crescita.
Sul fronte macro, l'attenzione sarà rivolta agli indici Pmi per il comparto manifattura.
A gennaio la dinamica dei prezzi al consumo dovrebbe risultare stabile al 2,4% su anno per l'intera zona euro, mentre in Italia le attese sono per una lieve accelerazione all'1,5% armonizzato dal precedente 1,4%. Nonostante la Bce consideri la crescita dei prezzi saldamente sotto controllo, le aspettative di economisti e consumatori sull'inflazione per quest'anno sono aumentate, secondo due distinti sondaggi pubblicati la settimana scorsa.
Secondo i verbali pubblicati oggi, nel meeting di gennaio il board di Banca del Giappone ha discusso della prospettive di ulteriori rialzi dei tassi pur mettendo sul tavolo i rischi per un incremento dell'inflazione.
L'attività della manifattura cinese è cresciuta al ritmo più lento degli ultimi quattro mesi.
L'attività manifatturiera giapponese si è contratta al ritmo più rapido degli ultimi dieci mesi per via della debolezza della domanda mentre la fiducia delle imprese ha toccato il minimo dal dicembre 2022, a testimonianza delle forti pressioni sul comparto.
Il cross euro/dollaro vale 1,0248 (in calo di 1,10%); il cambio euro/yen 159,26 (in calo di 0,92%).
Il futures sul Brent viaggia in rialzo di 77 cent a 76,44 dollari il barile e quello sul Nymex di 1,39 dollari a 73,92 dollari.