Si riparte dal 3,93% per il tasso del benchmark decennale e dai 192 punti base per lo spread con la Germania, tornato ieri su livelli che non si vedevano da luglio, quando il governo Draghi era saldamente in sella. Ad aiutare il mercato, toni più concilianti da parte dei vertici Bce, con più di una colomba a suggerire cautela nel prosieguo del percorso di inasprimento monetario, ma anche un relativo ritorno all'appetito al rischio con occhi rivolti all'evoluzione del quadro geopolitico.
Se per il governatore di Bankitalia Visco, guadagnano terreno le ragioni di chi favorisce un approccio meno aggressivo di Francoforte sui tassi, il vicepresidente De Guindos ricorda che la priorità della banca centrale resta la lotta all'inflazione, a dimostrazione di un consiglio che resta ancora diviso su modalità e tempi del tightening, in un contesto in cui segnala crescenti rischi per la stabilità finanziaria.
Sul fronte macro, la lettura finale dell'inflazione di ottobre nell'Eurozona, particolarmente monitorata in chiave Bce, che dovrebbe ricalcare un preliminare al 10,7% a livello annuo.
Dagli Usa, i consueti dati settimanali sulle richieste di disoccupazione - viste stabili a quota 225.000 - utili agli operatori per tenere il polso del mercato del lavoro, mentre si ragione sui tempi di un possibile pivot della Fed e sulle probabilità di un "soft landing" dopo i recenti segnali di allentamento delle pressioni sui prezzi e i risultati oltre le attese sulle vendite al dettaglio.