Complici le scommesse per un irrigidimento della politica monetaria ad opera della Fed e di altre banche centrali, il tasso del benchmark decennale Btp si è spinto ieri fino a 1,41%, massimo da fine giugno 2020 mentre stamane quello della pari scadenza tedesca si è arrampicato oltre la soglia dello 0% per la prima volta dal maggio 2019. Sul fronte Usa, il tasso del 2 anni è salito oltre l'1% e quello del 10 anni ha ritoccato il massimo di due anni verso il 2%, in attesa del meeting Fed della prossima settimana. Diffusi nel pomeriggio di ieri i dati sugli acquisti settimanali Bce - ripresi ai primi di gennaio dopo la pausa natalizia - hanno mostrato un'accelerazione sia per il Pepp che per quelli dei titoli pubblici in ambito Qe.
La lettura definitiva dell'inflazione tedesca ha confermato per dicembre il 5,7% su anno e lo 0,3% su mese ipotizzato dalla stima flash. Sempre il mese scorso, l'inflazione dell'intera zona euro ha toccato il nuovo record raggiungendo il 5%, una cifra più che doppia rispetto all'obiettivo Bce del 2%, che dovrebbe trovare conferma nella lettura definitiva attesa per domani. Sempre domani sono attesi anche i verbali dell'ultima riunione della Bce dai quali sono destinati a giungere dettagli utili a comprendere meglio l'orientamento del board di Francoforte proprio sull'inflazione e sul futuro percorso di irrigidimento della politica monetaria. Il mercato monetario rafforza ulteriormente le scommesse su una stretta di 10 punti base da parte della Bce a settembre che difficilmente potrebbe invece concretizzarsi in tutto il 2022.
A dicembre in Gran Bretagna, i prezzi al consumo hanno visto un incremento di 5,4% su anno e di 0,5% su mese, al di sopra delle attese per 0,3% su mese 5,2% su anno.