CAFFE’ ESPRESSO

14 gennaio 2022 - La Fed potrebbe indurre le altre banche centrali a seguirla.

I riflettori tornano sui finanziamenti alle imprese con garanzia dello Stato la cui moratoria è scaduta il 31 dicembre: in vista un nuovo allungamento considerate le difficoltà legate alla quarta ondata pandemica.

 

Atteso nel primo pomeriggio l'intervento della presidente Christine Lagarde, mentre resta centrale il tema dell'inflazione, con un mercato che recentemente è tornato a temere una stretta sulla scia delle prossime mosse Fed. Un segnale importante sembra essere arrivato ieri dal vicepresidente Luis de Guindos, che ha sottolineato come l'inflazione alta nella zona euro sia meno passeggera di quanto inizialmente previsto.

 

La consigliera Lael Brainard, in occasione dell'audizione al Congresso per la sua nomina a vicepresidente, ha detto che la banca centrale è pronta ad alzare i tassi non appena il tapering sarà concluso, e che tenere sotto controllo l'inflazione - ai massimi da quasi quanrant'anni - è il principale obiettivo della Fed. Ieri il presidente di Fed Philadelphia Patrick Harker si è unito al gruppo di esponenti dell'istituto che segnalano la possibilità che i rialzi dei tassi prendano il via a marzo e ha detto di essere favorevole a tre, forse quattro rialzi quest'anno; riguardo alla riduzione dei volumi di asset detenuti dalla Fed, secondo Harker potrebbe iniziare a fine 2022-inizio 2023.

La banca centrale giapponese secondo un'esclusiva Reuters sta dibattendo su quando potrà segnalare un eventuale rialzo dei tassi di interesse, che potrebbe arrivare anche prima che l'inflazione centri il target del 2%, sulla spinta dell'aumento dei prezzi che si sta ampliando e di una Fed più 'hawkish'.

 

Riflettori questa mattina sul Pil tedesco nel 2021, che secondo le stime dovrebbe attestarsi a +2,7% dalla flessione del 5% l'anno prima.

 

 

 

In arrivo nel pomeriggio una serie di numeri, tra cui le vendite al dettaglio di dicembre viste invariate su mese, e la stima sulla fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan.

 

Il dollaro si avvia a chiudere la peggiore settimana da oltre un anno.

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