In linea con le attese la Fed (rialzo dei tassi a 1,25-1,50% nella terza stretta del 2017), confermando di prevedere altri tre rialzi nel 2018. Previsioni invariate dunque, nonostante il probabile balzo dell'economia Usa per via della riforma fiscale che, secondo i policymaker della Fed, non avrà un impatto significativo nel lungo termine.
Tuttavia con i passi in avanti della riforma fiscale Usa (ieri è stato raggiunto un accordo sul testo), con la conferma di tre aumenti dei Fed Fund nel 2018 e con l'inflazione che tutto sommato sembra avvicinarsi agli obiettivi Fed (2%) come evidenziato dai dati di ieri (a novembre 0,4% mese da 0,1% di ottobre e tendenziale di 2,2% dal 2,0% del mese precedente, in entrambi i casi in linea con le attese) c'è da chiedersi perchè i tassi siano scesi: forse la delusione perchè si pensava ad una revisione al rialzo delle stime 2018 o forse per la “freddezza” della Fed sulla riforma di Trump. In realtà un calo del rendimento Bond Usa 10 anni da 2,42% pre Fed ad un minimo di 2,33% appare ben poco giustificato ed infatti questa mattina tornano gli acquisti sui Treasury.
In giornata vendite al dettaglio e indici Pmi Usa dall'Europa indici Pmi e riunione Bce.DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Istat, prezzi consumo finali novembre
FRANCIA
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Nuove richieste settimanali sussidi disoccupazione
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