12 febbraio 2010
A condizionare i movimenti dei tassi Future Euribor e Libor Usd per il ’10 sono state le dichiarazioni
del Presidente della Fed e quelle di un membro della banca centrale tedesca.
Il fatto che il Presidente Bernanke abbia aggiunto qualche dettaglio tecnico sull’exit strategy è stato
letto come un imminente inizio di una fase di politica restrittiva. Per questo motivo in settimana i tassi
Future Libor Usd 3 mesi sono saliti già a partire dalle scadenze ’10; il Libor Usd 3 mesi (fermo allo
0,25% da inizio dicembre) è atteso allo 0,64% a settembre e allo 0,95% a fine anno in rialzo di 3
centesimi rispetto a venerdì scorso. Il rialzo si è attenuato passando da 7 a 3 centesimi oggi pomeriggio
dopo la pubblicazione dell’indice di fiducia delle famiglie Usa risultato inferiore alle attese che ha
portato ad una revisione al ribasso di tutti i tassi sia Future sia a medio lungo Usa ed Ue.
Sul fronte europeo invece le dichiarazioni tedesche hanno alimentato l’ipotesi di una rimozione
estremamente graduale delle misure straordinarie adottate dalla Bce a sostegno delle banche e della
liquidità nell’ultimo anno e mezzo. Se ciò trovasse conferma alla riunione Bce di inizio marzo l’ipotesi
di un rialzo del P/T nel ’10 sarebbe definitivamente abbandonata; di ciò sembrano essersi convinti i
mercati. I tassi Future Euribor 3 mesi sono scesi rispetto alla scorsa settimana su tutte le scadenze fino
a fine estate ’11. L’Euribor 3 mesi (fixing oggi a 0,663%) è atteso allo 0,88% per metà anno, all’1,31%
per dicembre e all’1,74% per giugno ’11. La scadenza per dicembre ‘11 è rimasta invariata al 2,19%
con quelle ’12 salite in modo più consistente (dicembre ’12 al 2,91% da 2,83% di una settima fa). Gli
attuali livelli previsti dai Future per il ’10 sono a questo punto condivisibili. Tuttavia potrebbe esserci
un rischio verso il basso; se infatti i dettagli tecnici che potranno emergere alla riunione di marzo,
fossero improntati ad un chiaro sostegno della liquidità interbancaria per tutto l’anno, potrebbe aprirsi
ancora un leggero spazio di discesa per le attese ’10 sull’Euribor 3 mesi.
Le dichiarazioni di Bernanke, l’asta di decennali Usa che ha ricevuto una tiepida accoglienza dal
mercato e le richieste di sussidi occupazionali migliori delle attese hanno condotto al rialzo i
rendimenti obbligazionari Usa; il Bond 10 è salito al 3,68% dal 3,60% della scorsa settimana. Il Bund
10 viene trascinato al rialzo e si attesta al 3,20% dal 3,12% grazie anche alle voci su possibili aiuti Ue
alla Grecia che hanno condotto al rialzo le borse a metà settimana.
I tassi Irs 5-10 seguono il movimento dei governativi tedeschi salendo al 2,55% e al 3,42% dal 2,51%
e dal 3,34% della scorsa settimana. Queste durate Irs sono quelle più direttamente influenzate dai
rendimenti governativi tedeschi; i livelli attuali sul Bund 10 (area 3,20%) riteniamo siano sottostimati
in virtù di un’inflazione che nel ’10 sarà di circa l’1% superiore a quella ’09 e le cui prospettive per il
’11 potrebbero essere anche superiori, in vista di “possibili” introduzioni di imposte indirette in alcuni
Stati Ue per cercare di rientrare dall’eccesso di deficit. Nell’immediato, un calo del Bund 10 lo
vediamo tendenzialmente ancorato a nuovi timori dei problemi dei conti pubblici di Grecia, Spagna e
Portogallo: in tal caso lo switch dai “periferici” al Bund porterebbe al calo dei rendimenti di
quest’ultimi con beneficio per i tassi Irs 5-10 anni.
L’Irs a 3 anni resta sotto il 2% (1,95%), livello di 1 solo centesimo superiore a quello di venerdì
scorso. I livelli attuali non paiono facilmente migliorabili. L’Irs 2 anni (1,55%) scende invece di 3
centesimi questo grazie al calo dei tassi Future Euribor 3 mesi sul tratto fino a fine estate ’11 e
nonostante un rialzo del Bund 2 anni tornato sopra l’1%.