CAFFE’ ESPRESSO

21 luglio 2025 - Complicata situazione politica in Giappone.

Principale driver della settimana la riunione di politica monetaria di giovedì, quando Francoforte nelle attese dovrebbe lasciare invariato al 2% il tasso sui depositi, mentre sono in corso i delicati negoziati commerciali tra Stati Uniti e Ue.

Il ciclo di allentamento della banca centrale potrebbe riprendere a settembre - un taglio è scontato al 50% - quando ci sarà maggiore chiarezza sull'impatto delle politiche commerciali dell'amministrazione Trump.

 

Le elezioni giapponesi di ieri hanno inferto un duro colpo alla coalizione di governo guidata da Shigeru Ishiba che ha perso il controllo della Camera alta, con gli operatori che si preparano a una possibile paralisi politica e a un deficit fiscale più ampio - uno scenario in gran parte già prezzato.

Mentre le piazze nipponiche sono chiuse per festività oggi, lo yen e i future sul Nikkei sono in rialzo. La domanda è se il pesante sell-off sui titoli di stato giapponesi - che la scorsa settimana ha spinto i rendimenti a 30 anni a massimi record - proseguirà o meno.

Il risultato elettorale, pur non essendo del tutto uno shock per i mercati, arriva in un momento difficile per Tokyo, alla ricerca di un compromesso commerciale con Washington.

Gli investitori prevedono che ci vorrà del tempo prima che diventi chiaro se la coalizione al potere intende continuare come esecutivo di minoranza o coinvolgere un nuovo partner.

Anche il destino di Ishiba rimane un'incognita, sebbene abbia dichiarato di voler mantenere il suo incarico. Qualora si dimettesse, al suo posto potrebbe andare sostenitrice dell'Abenomics, che ha chiesto la ripresa dell'allentamento monetario da parte della Banca del Giappone.

 

Il governatore Chris Waller, sostenitore di un taglio dei tassi di interesse già al Fomc in programma a fine mese, ha fatto sapere che accetterebbe la poltrona di capo della banca centrale se Trump glielo chiedesse, ma di non essere stato contatto finora.

Nonostante le pressanti richieste della Casa Bianca per un allentamento, la ripresa dell'inflazione a giugno e recenti dati positivi su consumi e lavoro sembrano indurre alla cautela la maggioranza dei policymaker.

Le possibilità di una riduzione del costo del denaro a settembre sono poco sopra al 50%.

Dai responsabili delle Finanze del G20, che si è concluso venerdì in Sudafrica, è giunto intanto un ammonimento sull'importanza dell'indipendenza delle banche centrali.

 

Nella zona euro, pochi e di scarso rilievo i dati odierni, mentre in settimana l'attenzione sarà sui Pmi relativi a luglio.

 

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