Dopo aver annunciato un accordo commerciale con l'Indonesia, sulle cui importazioni negli Usa saranno imposte tariffe del 19%, Donald Trump ha fatto sapere ieri che si continua a lavorare ad intese con ulteriori Paesi. Il patto con Giacarta è tra i pochi stipulati finora dall'amministrazione repubblicana, mentre si avvicina la scadenza del 1° agosto, data entro la quale i dazi dovrebbero nuovamente aumentare.
L'Unione europea, principale partner commerciale degli Stati Uniti, ha predisposto eventuali misure di ritorsione qualora i colloqui con Washington dovessero fallire.
Il Cpi statunitense è aumentato al livello più elevato degli ultimi cinque mesi, con le tariffe trumpiane che stanno iniziando ad avere un impatto sui prezzi, cosa che rafforza le aspettative secondo cui la Federal Reserve rimarrà ferma fino a settembre.
Ulteriori indicazioni sulla dinamica inflazionistica negli Stati uniti arriveranno nel primo pomeriggio dalle statistiche sul Ppi, sempre relative al mese di giugno. Il consensus è per un marginale rallentamento al 2,5% su anno.
I futures sui Fed Funds prezzano 43 pb di tagli entro dicembre dai 50 scontati all'inizio della settimana, mentre il mercato continua a guardare con crescente preoccupazione all'ipotetica uscita anticipata di Jerome Powell, caldeggiata dalla Casa bianca. Trump ha detto ieri che il segretario al Tesoro Scott Bessent potrebbe essere un buon sostituto.
Putin continuerà la guerra nonostante le minacce di Trump finché l'Occidente non accetterà le sue condizioni per la pace, e le richieste territoriali russe potrebbero ampliarsi, secondo tre fonti vicine al Cremlino.
I 50 giorni di tempo offerti da Trump a Putin per mettere fine al conflitto ed evitare pesanti sanzioni, sembrano aver attenuato le preoccupazioni degli operatori circa un'eventuale interruzione immediata delle forniture, mentre il mercato scommette che il rischio di prezzi dell'energia più elevati suggerirà a Washington di non dare seguito alle sue minacce.
