La politica monetaria cinese e i mercati finanziari internazionali.

La Cina è ormai in grado di influenzare l’umore dei mercati finanziari con le sue decisioni di politica monetaria. La duplice decisione di alzare i rendimenti a 3 mesi e di aumentare ad alcuni istituti i coefficienti di riserva obbligatoria nel tentativo di arginare l’esponenziale aumento dei prestiti, ha rafforzato il timore di un irrigidimento della politica monetaria cinese. Questo potrebbe avere ripercussioni sulla crescita globale a cui non potrà mancare la locomotiva cinese.


22 gennaio 2010



La Cina è ormai in grado di influenzare l’umore dei mercati finanziari con le sue decisioni di politica

monetaria. La duplice decisione di alzare i rendimenti a 3 mesi e di aumentare ad alcuni istituti i

coefficienti di riserva obbligatoria nel tentativo di arginare l’esponenziale aumento dei prestiti, ha

rafforzato il timore di un irrigidimento della politica monetaria cinese. Questo potrebbe avere

ripercussioni sulla crescita globale a cui non potrà mancare la locomotiva cinese che grazie ad un Pil

’09 dell’8,7% (ultimo trimestre 10,7% tend.) è diventata la seconda economia mondiale. Il possibile

rallentamento cinese e le intenzioni del Presidente Usa di regolamentare il sistema bancario attraverso

una maggiore separazione tra banche d’affari e banche commerciali hanno avuto un impatto negativo

sulle borse con i rendimenti governativi in ulteriore discesa. In particolare la discesa ha riguardato i

Bund tedeschi (decennale 3,20% dal 3,28% di venerdì scorso) che hanno tra l’altro beneficiato

dell’aumento delle tensioni sui titoli periferici Ue a seguito della crisi greca (coinvolto anche il Btp 10

anni: invariato il rendimento, peggiorato di 10 bp lo spread con il Bund). Interessante notare infine che

i rendimenti dei Gilt Uk sono calati meno dei Bund per via di un inaspettato aumento dell’inflazione.

Anche i tassi Irs (2-3-5-10 anni rispettivamente all’1,65% - 2,04% - 2,62% - 3,45%) hanno beneficiato

del ribasso dei mercati azionari, presentandosi su livelli inferiori rispetto a quelli della settimana scorsa

di circa 4 centesimi, ribasso che riguarda tutte le scadenze indifferentemente. La consapevolezza che i

ritmi di crescita economica potrebbero risultare bassi a lungo e che esistono ancora molti rischi sul

futuro della stessa, potrebbe permettere una ulteriore limatura dei tassi Irs a breve e medio termine;

questa eventualità potrebbe essere accompagnata da una ulteriore revisione al ribasso dei tassi Future

Euribor sulle scadenze ’10-’11-’12. Questa eventualità troverebbe inoltre un supporto dagli spread Irs -

Bund che sul tratto 2-3 anni risultano su livelli (0,54% - 0,47%) sempre piuttosto elevati e lievemente

peggiorati nel corso della settimana (a causa dell’aumento dell’avversione al rischio).

Per quanto riguarda l’Irs a 10 anni la protezione offerta dal cuscinetto dello spread Irs – Bund è

praticamente nulla essendo tale spread sostanzialmente tornato alla normalità (0,20-0,25%), ovvero sui

livelli pre - crisi sub prime del 1° sem. 2007.

I tassi Future Euribor 3 mesi hanno seguito con coerenza il ribasso del medio termine. L’Euribor 3

mesi che in settimana è sceso di un centesimo segnando oggi il nuovo minimo storico allo 0,67%, è

visto rimanere fermo per tutto il primo trimestre e poi portarsi allo 0,88% a metà anno, all’1,45% per

fine ’10. Nel corso del ’11 i mercati si attendono una risalita all’1,95% e 2,35% a giugno e dicembre.

Tutti i suddetti livelli rappresentano i minimi mai registrati.

Nonostante il drenaggio di liquidità e l’operazione di fine tuning da parte della Bce, la liquidità rimane

abbondante e il tasso Eonia dopo un’impennata tecnica (0,54%) si riporta sui valori abituali (0,35%).

Non cambierà di molto la situazione fino alla scadenza del P/T a 12 mesi della Bce (giugno) per cui i

tassi a brevissimo continueranno a mantenersi verso il tasso sui depositi fornendo poco spazio

all’Euribor 3 mesi per risalire; anche nel secondo semestre la liquidità rimarrà abbondante e quindi non

escludiamo un’ulteriore ritocco al ribasso degli attuali tassi Future.

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