Settimana ricca di appuntamenti con le banche centrali - Fed in testa, ma anche BoE e BoJ - e di aggiornamenti macro di rilievo. Permane, di sfondo, l'attenzione al quadro politico Usa e alle crescenti tensioni geopolitiche mondiali. Al summit concluso in Brasile venerdì, i leader finanziari del G20 hanno dichiarato che l'economia globale si sta probabilmente dirigendo verso un “atterraggio morbido”, ma hanno avvertito che le guerre e l'escalation dei conflitti potrebbero mettere in pericolo questa prospettiva.
Evento più atteso della settimana dai mercati la due-giorni del Fomc, che prende il via domani e che dovrebbe con ogni probabilità mantenere il tasso sui Fed funds stabile al 5,25%-5,50% per l'ottava riunione di fila.
Gli investitori saranno pronti a carpire qualsiasi indizio sui piani dopo l'estate, quando viene dato per scontato l'avvio del ciclo di allentamento.
Venerdì i nuovi dati sul Pce - la misura dell'inflazione preferita dai banchieri centrali Usa - hanno infatti suggerito un calo dell'inflazione, rafforzando le aspettative di un potenziale taglio a settembre.
Suggestioni in tal senso potrebbero arrivare dalla consueta conferenza stampa post-meeting del presidente Jerome Powell.
In generale, sono salite leggermente le scommesse su un totale di tre riduzioni del costo del denaro negli Stati Uniti entro l'anno.
Mercoledì, oltre alla Fed, annuncerà le proprie decisioni di politica monetaria la Banca del Giappone, che potrebbe illustrare il piano per il tapering.
I dati venerdì hanno evidenziato una nuova accelerazione dell'inflazione 'core' a Tokyo nel mese di luglio, ma l'indice che esclude anche i prezzi degli energetici, attentamente monitorato dall'istituto nipponico, ha registrato un rallentamento riconducibile alla debolezza dei consumi.
Si complica così il quadro per l'istituto centrale, chiamato a decidere la tempistica di un aumento dei tassi, con gli addetti ai lavori divisi tra chi si aspetta una mossa questa settimana e chi pensa arrivi più avanti.
Giovedì a pronunciarsi sui tassi sarà Bank of England, con economisti e investitori particolarmente incerti sulla possibilità che la banca centrale annunci il primo taglio dal 2020.
L'inflazione è tornata al target del 2% a maggio e giugno, ma è vista in risalita nei prossimi mesi. Inoltre gli esponenti apicali di BoE hanno evitato di esprimersi pubblicamente per oltre due mesi per via delle elezioni britanniche del 4 luglio.
L'istituto ha intanto illustrato la scorsa settimana i dettagli di un nuovo strumento volto a favorire la stabilità finanziaria in caso di gravi turbolenze sul mercato dei titoli di Stato.
Agenda particolarmente scarna nella zona euro oggi, ma da domani si entra nel vivo con una serie di numeri chiave, a partire dalle stime sul Pil del secondo trimestre e dall'inflazione di luglio.
Sul fronte Usa, riflettori venerdì su payroll non agricoli di luglio, visti in calo, e sul tasso di disoccupazione atteso stabile al 4,1%.