A settembre l'attività manifatturiera della zona euro è rimasta impantanata in una profonda e ampia contrazione, con la domanda che ha continuato a ridursi a un ritmo raramente superato dall'inizio della serie nel 1997. L'indice definitivo dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers' Index, o Pmi) della zona euro è sceso a 43,4 a settembre rispetto a 43,5 di agosto, in linea con la stima preliminare. Una lettura inferiore a 50 indica una contrazione dell'attività. L'indice che misura la produzione, che confluisce nel Pmi composito previsto per mercoledì e considerato un buon indicatore della salute economica della zona euro, è calato a 43,1 da 43,4. L'indice PMI della produzione è risultato ben al di sotto dei 50 punti per tutto il terzo trimestre, quindi è quasi certo che la recessione nel settore manifatturiero sia continuata durante questo periodo. Nel pomeriggio indici Pmi Usa e Ism manifatturiero. La debolezza dell’eurozona sta indebolendo l’euro. I tassi nonostante la recessione in arrivo in Europa, stanno salendo. A livello globale, il terzo trimestre ha visto una generalizzata impennata dei rendimenti - la più consistente in un anno negli Stati uniti e in Germania - innescata dalla prospettiva di tassi elevati per un prolungato periodo di tempo. Ad aggravare il contesto, i prezzi del petrolio sono aumentati di circa il 30% nel periodo luglio-settembre a seguito dei tagli alla produzione applicati dall'Opec+ che hanno compresso l'offerta globale, alimentando i timori di un rafforzamento delle aspettative inflative. Con una mossa che potrebbe portare un qualche sollievo sui mercati, intanto, la decisione last-minute dei repubblicani moderati di sostenere alla Camera una legge di finanziamento a breve termine ha fatto slittare il rischio di shutdown a metà novembre. Rientra leggermente lo spread grazie al buon andamento del collocamento del Btp Valore.
Alcuni esponenti della banca centrale Usa hanno ribadito che i tassi sono destinati a restare su livelli elevati per un "po' di tempo". I mercati monetari prezzano una probabilità del 26% di un rialzo del costo del denaro in novembre e una del 45% di un'analoga mossa in dicembre.
Per il ministro delle Finanze giapponese eventuali decisioni a favore di un intervento sul mercato delle valute saranno prese in base alla volatilità e non a determinati livelli della divisa giapponese. Gli investitori considerano che l soglia di 150 per il cross con il dollaro possa spingere le autorità nipponiche a intervenire. Il ministro ha ribadito che Tokyo monitora con grande attenzione il mercato delle divise.
Riflettori puntati in mattinata sull'intervento del capo economista Bce a una conferenza sull'inflazione. Nonostante dinamiche dei prezzi incoraggianti dalla zona euro, gli investitori non sembrano mettere in conto che Francoforte possa ammorbidire l'approccio di politica monetaria. Ieri il rendimento del Bund decennale, benchmark del blocco, si è riavvicinato al livello più alto degli ultimi 12 anni toccato giovedì scorso. La 'colomba' de Guindos, numero due della Bce, ha definito premature le discussioni su un eventuale taglio dei tassi.
CAFFE’ ESPRESSO
3 settembre 2023 - L'economia Usa accelera, frena quella eurozona.
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