CAFFE’ ESPRESSO

14 dicembre 2022 - Inflazione Usa inferiore e oggi la Fed.

Si conclude stasera la due giorni di politica monetaria della Fed, l'ultima dell'anno. Il mercato si aspetta un rialzo dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale. Ieri, del resto, i dati sull'inflazione Usa - il cui aumento a novembre è risultato modesto e sotto le attese, anche a livello 'core' - hanno alimentato le aspettative di un rallentamento nel ritmo della stretta. I tassi terminali sono visti poco sotto il 5% a marzo. Stando ai Fed funds, gli operatori scommettono ora su aumenti di 25 punti base in ciascuna delle prime due riunioni del Fomc del 2023 e non oltre, con qualche possibilità che l'ultimo incremento avvenga a maggio anziché a marzo. In ogni caso, ciò porterebbe i tassi al 4,75%-5%, livello più basso di quanto previsto da alcuni economisti e di quanto scommesso dai mercati.

 

Giovedì la Bce dovrebbe optare per un ritocco al rialzo di mezzo punto percentuale. Francoforte svelerà, inoltre, come intenda ridurre i circa 5.000 miliardi di euro di bond in bilancio. A differenza di Bank of England e Fed - che hanno avviato il QT rispettivamente a febbraio e giugno - l'istituto centrale europeo potrebbe iniziare semplicemente con lo stop ai reinvestimenti dei titoli in scadenza in ambito Pepp. I falchi hanno chiesto di agire con rapidità, ma le condizioni di mercato suggeriscono di procedere con prudenza.

 

In una tre giorni a porte chiuse che si terrà probabilmente entro la fine della settimana - e comunque entro fine anno - il presidente Xi Jinping e altri alti funzionari discuteranno degli obiettivi di crescita, dell'espansione della spesa fiscale per le infrastrutture e della possibilità di un maggiore allentamento monetario. Misure sfidanti per Pechino in un momento in cui l'outlook economico cinese - sul quale gli investitori sono alla ricerca di indicazioni - è messo a rischio dal forte aumento delle infezioni da Covid.

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