La novità ieri rispetto alle precedenti settimane è stata rappresentata da movimenti analoghi tra Btp e Bund segno del rientro del rischio Italia: la percezione dei mercati è quella che il governo italiano resterà saldamente legato ad euro ed Europa e non ci siano pericoli di strappo sui conti pubblici (spread fermo a 219 bps). In una giornata assai tesa sui mercati vista l’escalation della guerra commerciale Usa-Cina, sorprende che il flight to quality non abbia colpito il debito italiano grazie anche all’intervento di Draghi che ribadisce l’intenzione della Bce ad alzare i tassi d'interesse in maniera "paziente" e "graduale" con il recupero dell'inflazione nell'eurozona. L'andamento dei tassi d'interesse a brevissimo termine attesi per i prossimi anni (impliciti dell’attuale curva dei tassi) riflette ampiamente questi principi: i mercati monetari attualmente prezzano il primo innalzamento dei tassi sui depositi a settembre 2019. I tassi Irs seguono il calo sui governativi Ue. L’aumento dell’avversione al rischio richiama acquisti sui Bond Usa (decennale in calo al 2,89%) e su yen, franco svizzero e dollaro con l’eurousd che dopo un tentativo di recupero si porta a segnare un minimo intraday a 1,153.
CAFFE’ ESPRESSO
20 giugno 2018 - La novità è l'andamento uguale tra Btp e Bund all'aumentare dell'avversione al rischio.
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