CAFFE’ ESPRESSO

11 dicembre 2018 - Alcuni spunti per ipotizzare l'andamento del mercato obbligazionario nel 2018.

La dinamica dei tassi di interesse è legata a moltissimi fattori: quelli classici e di breve medio termine derivano dall’andamento della crescita (oggi è stato pubblicato il Pil terzo trimestre eurozona a 0,6% e 2,6% tendenziale), dell’inflazione, dall’andamento dell’avversione al rischio e dal merito creditizio dell’emittente di obbligazioni. Altri sono fattori di lungo lunghissimo periodo come la composizione e l’invecchiamento della popolazione e la disponibilità di carta. Proprio su quest’ultimo punto è uscito oggi uno studio di una prestigiosa casa d’investimento che sottolinea come il 2018, per la prima volta dal lancio del massiccio programma di stimolo monetario della Banca centrale europea, le emissioni di bond dei Paesi della zona euro, al netto delle scadenze, potrebbero superare l'importo degli acquisti della Bce. Il ritmo degli acquisti mensili di bond dell'istituto centrale di Francoforte si dimezzerà a 30 miliardi di euro a partire da gennaio. Gli acquisti proseguiranno almeno fino a settembre 2018. Negli ultimi tre anni, le emissioni nette di bond all'interno della zona euro, tenendo conto degli acquisti della Bce, sono diventate negative per un importo arrivato fino a quasi 400 miliardi di euro, secondo alcune stime, creando una carenza di asset e spingendo i rendimenti di larga parte del mercato sotto zero. Quest'anno gli acquisti Bce sono molto superiori rispetto all'offerta netta, l'anno prossimo siamo più o meno allo stesso livello. L'offerta si affaccerà in territorio positivo per la prima volta dall'avvio del quantitative easing nel 2015. Considerando gli acquisti Bce, l'offerta netta sarà positiva per 3 miliardi, mentre quest'anno è stata negativa per oltre 300 miliardi. L'opinione diffusa è che il mercato resterà comunque ben supportato nel 2018, anche se complessivamente il contesto sarà meno favorevole rispetto a quest'anno. Ci sono comunque delle differenze nell'offerta e nell'impatto degli acquisti della Bce all'interno dei diversi Paesi della zona euro. Le emissioni nette di Francia e Italia, a detta degli strategist, dovrebbero tornare in territorio positivo, anche sottraendo gli acquisti del programma di quantitative easing. Sottratti gli acquisti del Qe, le emissioni nette italiane nel 2018 saranno positive nell'ordine di una decina di miliardi. All'opposto, l'offerta netta in Germania e in Olanda, una volta contati gli acquisti di bond da parte di Francoforte, resterà in territorio negativo. Sono quindi ulteriori elementi che tendenzialmente potrebbe rappresentare una spinta al rialzo dei tassi.

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