Il Pil è salito ad un tasso dell'1,5% su base annua (attese 1,6%) dopo il +3,9% del secondo trimestre, ha reso noto il Dipartimento del commercio Usa. Ha pesato soprattutto la tendenza delle aziende a smaltire le scorte di magazzino. L'effetto scorte dovrebbe essere temporaneo: gli economisti si aspettano che la crescita torni ad accelerare nel quarto trimestre. Ieri la Fed ha detto che l'economia americana è in fase di moderata espansione, mettendo in conto un aumento dei tassi a dicembre. Le richieste di sussidi sono risultate leggermente inferiori al consenso. Passando all’Europa, l’Economic sentiment e la fiducia delle imprese salgono oltre le attese e l’inflazione in Germania sale dello 0,2% tendenziale (0% il congiunturale), dato superiore alle attese rispettivamente 0,1% e –0,1%. I dati Usa e le attese di rialzo dei Fed Funds a dicembre hanno fatto salire abbondantemente tutti i tassi e rendimenti governativi ed in particolare quelli Usa.
La Fed da alcuni viene criticata per la sua indecisione ma in realtà sta agendo con estrema cautela avendo lasciato tutto il tempo possibile ai mercati per digerire l’atteso rialzo dei tassi Fed Funds; inoltre se lo facesse, come sembra ormai certo a dicembre, manterrebbe fede a quanto promesso tre riunioni addietro.
La preoccupazione della Bce per la crescita e l’inflazione è forte e sicuramente non contribuisce a creare quel minimo di ottimismo che invece in questa fase sarebbe forse lo “strumento” più efficace. Intanto esponenti Bce si contraddicono: alcuni sostengono l’interventismo di Draghi, altri non ritengono necessarie nuove misure. In effetti o lo scopo è quello di svalutare l’Euro (questo favorisce il ritorno dell’inflazione oltre che della crescita) o non si capisce molto la necessità di un piccolo ritocco al QE e al depo.
In arrivo dall’Istat le statistiche mensili relative all'andamento dell'inflazione e del tasso di disoccupazione rispettivamente a ottobre e settembre. I dati s'inseriscono in un quadro congiunturale in cui emergono segni di complessivo miglioramento, come segnalato nei giorni scorsi dalle indagini sulla fiducia di consumatori e imprese, che potrebbero portare il Pil di quest'anno a sfiorare una crescita dell'1% dopo un triennio di contrazione.
Disoccupazione di settembre e prezzi al consumo anche a livello europeo.
Nel pomeriggio l'indice Pmi Chicago di ottobre e la lettura finale della fiducia dei consumatori a cura dell'Università del Michigan. Inoltre l’indice dei prezzi Pce core quello maggiormente seguito dalla Fed.
S&P's ha fatto sapere che se lasciasse l'Unione europea la Gran Bretagna rischia un downgrade di due notch dall'attuale rating 'AAA' con outlook negativo.
DATI MACROECONOMICI
ITALIA
Occupati e disoccupati settembre
Stima prezzi al consumo ottobre
GERMANIA
Vendite al dettaglio settembre
SPAGNA
Stima Pil 3° trimestre
ZONA EURO
Stima flash inflazione ottobre
USA
Indice Pce 'core' settembre.
Pmi Chicago ottobre
Università Michigan, fiducia consumatori finale ottobre